Gli architetti di un tempo

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Architetti

Descrizione

Alla nascita e allo sviluppo di Montecatini Terme hanno dato un contributo, a partire dal Settecento fino a tutto il Novecento, architetti e paesaggisti più o meno noti i quali, attraverso un attento lavoro, hanno saputo armonizzare la cura delle acque con le esigenze di un termalismo moderno fatto anche di momenti di svago e di riposo.
 
Ai tempi in cui nascevano le Terme, dette allora Bagni di Montecatini, il territorio circostante era fatto di borghi collinari e da una pianura in gran parte paludosa e malsana perché fin dal 1370, la prima data in cui si ha notizia delle sorgenti termali di Montecatini, i Medici, che ne avevano la signoria, avevano deciso di farne un lago di pesca.
 
Si deve all’illuminato e ancor giovane Pietro Leopoldo d’Asburgo-Lorena, Granduca di Toscana, la nascita di Montecatini come città. Egli infatti, dopo averla visitata nelle disperate condizioni in cui per secoli l’avevano lasciata i Medici di Firenze, ne disegnò l’impianto originale.
Grazie a Pietro Leopoldo il territorio fu sottoposto a opere di bonifica e sempre per volere del Granduca fu realizzato il primo impianto urbanistico della città.
 
E’ all’architetto Niccolò Maria Gaspero Paoletti (Firenze, 1727 – 1813), che si devono i progetti che porteranno alla canalizzazione dell’intera zona e alla costruzione di una fabbrica per ogni sorgente. 
 
Nel 1773 nacque il Bagno Regio, nel 1775 le Terme Leopoldine e nel 1779 fu ricostruito il Tettuccio laddove fino a qual tempo vi era poco più che una sorgente cintata da mura e coperta da un tetto.
 
Il nucleo originario della città bassa, contrapposta al Castello (attuale Montecatini Alto) era così composto: a sud la chiesa, la cui costruzione venne affidata all’architetto granducale Luigi de Cambray Digny (Firenze, 1778 – 1843), e la piazza come punto d’incrocio con la via che collegava Lucca a Pistoia; poi il viale che conduce alle Terme Tettuccio, oggi Viale Verdi; lungo il lato sinistro di quel viale la Palazzina Regia e più oltre le Terme Leopoldine, ambedue nell’assetto che ancor oggi si può ammirare.
 
I Monaci Cassinesi della Badia di Firenze, cui il Granduca aveva donato l’intero complesso termale, si accollarono l’onere di costruire il grande complesso alberghiero della Locanda Maggiore antistante la chiesa e la piazza. Esso è il primo grande albergo della città, sorto per volontà di Pietro Leopoldo I allo scopo di ospitare i primi ‘forestieri’ che ai Bagni venivano per bere le salutari acque termali.
 
Nell’arco di un decennio, a partire dal 1771, si assisterà dunque alla trasformazione di un’area malsana a e abbandonata in una zona termale attrezzata.
 
E’ all’architetto Giulio Bernardini (Pescia, 1863 –1946), con la collaborazione dell’architetto e amico Ugo Giusti (Firenze, 1880 - 1928), che si deve la progettazione urbanistica di una vera e propria città termale secondo il modello delle città termali europee, con viali alberati e abitazioni eleganti.
 
Su incarico di Pietro Baragiola, imprenditore lombardo che vide nelle acque di Montecatini un investimento su cui puntare, Giulio Bernardini visitò e studiò i centri termali di Svizzera, Boemia e Germania con l’intento di ridisegnare Montecatini sul modello di villes d’eaux come Karlsbad e Vichy.
 
Oltre alla realizzazione di una nuova Montecatini, ideata come una città ideale, si devono all’architetto pesciatino la ristrutturazione della Locanda Maggiore e la progettazione degli alberghi Grand Hotel La Pace, Modern Hotel, Bristol, Scannavini, Eden e, in particolare, gli stabilimenti termali Torretta, Fortuna e Tamerici e l'impianto del parco termale oggi, nel loro complesso, riconosciuti Patrimonio Mondiale dell'Unesco
 
Nel 1905 la Montecatini dei Bagni si stacca da Montecatini Alto divenendo Comune autonomo. Il centro viveva in quel momento un grande fermento: le Terme, luogo di ritrovo alla moda, attraevano personalità da tutto il mondo e la città cresceva e si arricchiva di edifici eleganti.
Così, nel 1911, il Consiglio Comunale, certo del "brillante avvenire" della cittadina, delibera la costruzione di un nuovo Municipio adeguato alle dimensioni e al ruolo che il centro termale andava assumendo.
Nel 1912 viene incaricato del progetto l’architetto Raffaello Brizzi (Montecatini 1883 – Firenze 1946) al quale fu affiancato, come collaboratore e direttore dei lavori, l’ingegnere del Comune Luigi Righetti.
I lavori iniziarono nel 1913, anni difficili per l’Italia che si preparava ad entrare nella prima guerra mondiale. Fu proprio a causa dei ritardi accumulati durante gli anni del primo Conflitto che la realizzazione del complesso municipale potè concludersi sei anni più tardi, nel 1919.
 
A perfezionare la trasformazione di Montecatini in ville d’eau sarà l’ingegnere Ugo Giovannozzi (Firenze 1876 – Roma 1957) che nel 1916 riceve dal Demanio e dalla Società delle terme di Montecatini l'incarico della sistemazione urbanistica e progettazione architettonica dell'area relativa agli edifici termali e ai loro annessi. Progettando e costruendo le Terme Regina, ampliando e trasformando gli stabilimenti delle terme Leopoldine, del Tettuccio, della Torretta e del padiglione della sorgente Rinfresco, dell'Excelsior, realizzando fabbricati accessori, tra i quali la lavanderia, i bagni popolari (Ex Bagni Gratuiti), lo stabilimento per l'estrazione dei Sali (Istituto Termale Grocco), e sistemando viali e parchi, in poco più di un decennio porta a termine una delle sue opere più importanti, caratterizzata dalla classicità delle proporzioni architettoniche e dall'imponenza dei colonnati in travertino toscano avvalendosi della collaborazione fratello Ezio e di Giulio Bargellini per gli affreschi murali interni, e di Antonio Maraini quale scultore.
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