Palazzo Comunale
Comune di Montecatini Terme, Viale Giuseppe Verdi, 46, 51016 Montecatini Terme, PT, Italia
I Palazzi
Luoghi d'arte
Descrizione
Il Municipio di Montecatini Terme si distingue non solo per la sua bellezza ma anche perché è uno dei pochi realizzati appositamente per accogliere gli uffici di un’Amministrazione Comunale.
Costruito nel luogo in cui in cui sorgevano le antiche Scuderie Granducali che completavano il complesso della antistante Palazzina Regia, è un edificio monumentale che si ispira ai palazzi del Rinascimento e che si erge maestoso sul viale che dopo essersi chiamato per più di cento anni vialone dei Bagni o del Tettuccio, dall’inizio del Novecento ha assunto la denominazione di Giuseppe Verdi, l’ospite più celebre e assiduo della non lunghissima storia della città e delle Terme montecatinesi.
Il contesto della nascita del Palazzo Comunale
Nei primi anni del Novecento Bagni di Montecatini, l’antico nome della città, viveva un grande fermento: le Terme, luogo di ritrovo alla moda, attraevano personalità da tutto il mondo e la città cresceva e si arricchiva di edifici eleganti.
L’inizio del secolo vede la nascita del Kursaal, luogo di intrattenimento e di piacevoli spettacoli nel suo moderno teatro, l’attivazione del Casinò Excelsior dedicato al gioco, alla musica e alle liete conversazioni, l’apertura del nuovo stabilimento Tamerici di Giulio Bernardini, l’architetto pesciatino che firmava anche la ristrutturazione della Torretta con l’elegante loggiato, l’inaugurazione del padiglione dei Sali Tamerici arricchito dai fregi di Galileo Chini e dalle sculture a rilievo di Domenico Trentacoste. E poi Pietro Baragiola e ancora l’architetto Bernardini trasformavano i campi coltivati e le vigne dell’area termale in un parco ricco di piante, fiori e vialetti: insomma, la città-giardino vagheggiata dalle origini è ora realtà in piena e completa definizione.
Diventato autonomo dal “Castello” nel 1905, il Comune dei Bagni di Montecatini si trovava a dover affrontare varie questioni, la più evidente delle quali era trovare una degna sede che i “bagnaioli” potessero riconoscere come propria.
L’utilizzo delle scuole elementari di via Garibaldi prima e, in seguito, il trasferimento in un edificio all’inizio di corso Roma potevano solo posticipare la soluzione del problema.
Il regalo è ben accetto, il Comune ringrazia, ma ha idee diverse…
Verso la nuova città dei Bagni lo Stato dimostra da subito un occhio di riguardo.
D'altronde il commercio delle acque minerali e il “turismo” termale entravano prepotentemente nelle prospettive economiche del Governo, e chi meglio di Montecatini e dei suoi bagni, della Toscana e della Valdinievole, delle loro bellezze artistiche e naturali avrebbero potuto rendere l’Italia competitiva anche in questo importante settore?
Basti pensare che su 98 stazioni termali censite in Italia, solo Montecatini supera i 50.000 ospiti a stagione, distaccando di gran lunga tutte le altre, anche se sono ancora lontani i 100.000 curisti di Vichy e Wiesbaden.
Perciò le si assegnano i ricchi proventi di una nuova imposta, la tassa di soggiorno, si risolve finalmente il dualismo delle terme unificando con una legge le Terme demaniali con quelle private, e poi si pensa anche alla sede del Comune.
Con legge del 13 luglio 1911 n. 738 il Governo italiano conferisce al Comune dei Bagni di Montecatini la proprietà delle scuderie demaniali e delle aree adiacenti con la finalità (e la condizione) di costruirvi il nuovo palazzo comunale.
All'epoca le scuderie sono un rustico casotto sul viale Verdi, davanti alla Palazzina Regia, edificate verso la metà dell’Ottocento per comodo dei cavalli e delle carrozze del principe in sostituzione del fabbricato cadente che faceva da ricovero dei cavalli e dei barrocciai nella prima età leopoldina.
Il regalo è ben accetto, il Comune ringrazia, ma ha idee diverse.
Il Sindaco Egisto Simoncini punta a La Locanda Maggiore che il Governo, per fare cassa e sovvenzionare la nuova Società Esercente delle Terme, ha messo in vendita.
Il più antico degli alberghi della città, che ha ospitato i personaggi più illustri giunti a Montecatini per "passare le acque", ha tutte le caratteristiche richieste a un moderno palazzo comunale: il 4 ottobre 1912 l'Amministrazione montecatinese decide che qui si riuniscano gli uffici pubblici e il Sindaco presenta la sua offerta.
La quale non viene accolta: il Comune non ha risorse tali da far fronte con mezzi ordinari all’operazione vagheggiata. Non solo. Se insisterà nel voler partecipare alla licitazione privata per acquistare la Locanda Maggiore, perderà la proprietà delle scuderie donate dallo Stato proprio allo scopo di ospitare gli uffici pubblici.
Ritorno all’antico…
Simoncini e la sua Giunta tornarono dunque per necessità all’antico, all’opzione di costruire ex novo il Municipio nell’area delle scuderie granducali.
Il 30 aprile 1913 il Consiglio Comunale approva il progetto esecutivo, per una spesa complessiva prevista di Lire 324.868,82, e affida al giovane architetto Raffaello Brizzi il compito di progettare un palazzo municipale degno di questo nome. A Brizzi fu affiancato, come collaboratore e direttore dei lavori, l’ingegnere del Comune Luigi Righetti come si legge in una iscrizione, appena salita la prima rampa della scalinata:
ARCH. RAFFAELLO BRIZZI – ING. LUIGI RIGHETTI FECERO
Alla guerra e alla volontà di realizzare un palazzo funzionale alle esigenze amministrative - che racchiudesse tutti gli uffici comunali, postali, telegrafici, telefonici e anche quelli della delegazione di Pubblica Sicurezza - ma nello stesso tempo elegante e ricco nei particolari, si devono i tempi non brevi di realizzazione dell’immobile che, terminato nel 1919, fu inaugurato il 26 settembre 1920.
L’inaugurazione ufficiale, tuttavia, ebbe luogo nel 1924, alla presenza del Duca di Udine, delegato dal Re Vittorio Emanuele III a presenziare all’evento.
L’imponenza dell’architettura e la magnificenza delle decorazioni.
La struttura del Palazzo è imponente.
Ad esaltarne la grandiosità, la posizione volutamente elevata rispetto al piano stradale grazie a un rialzo artificiale del terreno.
Nella certezza di un "brillante avvenire" della cittadina, sulla trabeazione esterna fu fatto incidere: “NELLA PROSPERITA’ DELLE OPERE IL COMUNE NELL’ANNO MCMXIX EDIFICAVA A TESTIMONIANZA DI NUOVI DESTINI”. Sul retro, la scritta è simile: “A TESTIMONIANZA DI NUOVI DESTINI IL COMUNE EDIFICAVA PER VOLONTA’ DEL POPOLO”.
L’ingresso principale ha tre accessi: due laterali tramite piccole salite e uno centrale attraverso un’ampia scalinata. Prevista in marmo, viene eseguita da Antonio Becagli di Comeana in pietra arenaria “perché più conforme all’architettura dell’edificio”, ma più probabilmente perché il costo era minore (solo cinquemila lire).
L’atrio del palazzo racchiude le immagini scultoree di Garibaldi e Mazzini e quelle coeve alla costruzione dell’edificio, il “memorabile bollettino di guerra N. 1278 del dì 4 corrente” di Armando Diaz annunciante la vittoria sull’esercito austro-ungarico, riportato “sul bronzo di armi tolte al nemico” dall’Officina d’Arte Mario Nelli di Firenze, e l’elenco commovente dei caduti in guerra montecatinesi.
Un monumentale scalone con una splendidamente istoriata ringhiera in ferro battuto accoglie chi entra nel Palazzo ed eleganti lampioni, anche essi in ferro battuto, contribuiscono alla raffinatezza del complesso.
Salendo, un busto in bronzo ricorda Pietro Baragiola. La scultura è accompagnata da una targa che così recita:
PIETRO BARAGIOLA
DELLE SECOLARI NOSTRE TERME BENEMERITO
PER PREVIDENZA DI INIZIATIVE SVOLTE DAL MCM AL MCMXIII
Nel ballatoio del primo piano eleganti nicchie racchiudono i busti di illustri personaggi che hanno fatto la storia più recente di Montecatini.
Nel ballatoio di sinistra: il Cav. N. Melani tra il Dott. Gino Merlini e l’Architetto Giulio Bernardini.
In quello a destra: il Sen. F. Fedeli tra Egisto Simoncini (primo sindaco dei Bagni di Montecatini) e il Prof. Pietro Grocco.
Le decorazioni “di gesso e pietra artificiale” (scanalature di pilastri, cornici, capitelli) sono eseguite da un artigiano locale, Alessandro Del Soldato cui si devono anche le incisioni, con le quali si esaltano la saggia amministrazione e il “buon governo”, sul fregio dei ballatoi.
Su quello di destra si legge:
SICCOME VEDEMO IN UNA NAVE
DIVERSI UFFICI E FINI DI QUELLA
A UNO SOLO FINE ORDINATI
A PRENDERE PORTO PER SALUTEVOLE VIA
Le parole evocano il Convivio (IV, IV, 5) di Dante che spesso usa la navigazione come metafora della vita e del vivere sociale. All’interno di quel palazzo l’organizzazione ricalcherà dunque, con le parole del sommo poeta, quella di una nave, sulla quale esistono “diversi uffici a uno solo fine ordinati, ossia a prendere il porto desiderato per salutevole via”. Questa definizione implica il concetto di una navigazione/amministrazione progettata e pianificata la quale deve seguire la via più idonea, più conveniente, più vantaggiosa, in sintesi «salutevole».
Sul fregio del ballatoio di sinistra:
NEL CATTIVO GOVERNO
IL BUONO UOMO E’ MALO CITTADINO
E NEL BUONO GOVERNO UNO MEDESIMO
E’ BUONO UOMO E CITTADINO BUONO
Nell’auspicio di una corretta gestione della Cosa Pubblica, le parole rievocano l’affresco del Buon Governo realizzato da Ambrogio Lorenzetti tra il 1337 e il 1339 nella sala dei Nove di Palazzo Pubblico di Siena, luogo fulcro del potere politico cittadino.
Tutto il resto è Chini…
Se la decorazione del soffitto della Sala Consiliare si deve a Luigi Arcangioli che vi raffigurò l'Apoteosi dell'Italia che, armata di gladio e avvolta nel tricolore, si protende su un cocchio con due cavalli bianchi verso la vittoria, le altre decorazioni interne dell’edificio, dalle vetrate del piano terra ai lucernari e alle splendide pitture murali del piano primo sono opera di Galileo Chini e della sua Manifattura Fornaci San Lorenzo.
Le vetrate dei locali che oggi accolgono il Mo.C.A. – Montecatini Terme Contemporary Art sono improntate al tema della comunicazione perché all’epoca della costruzione del Palazzo e, per molti decenni a venire, quei locali hanno ospitato gli uffici postali.
Le vetrate dello spazio gemello, che oggi accoglie l’Ufficio Anagrafe, sono improntate al tema del lavoro.
Tre i grandi velari al piano primo. I due laterali riportano da un lato uno scudo crociato che richiama i valori morali e laici degli antichi Comuni, dall’altro lo stemma del Comune di Montecatini Terme.
Il velario centrale che sormonta la splendida scalinata, vede raffigurato un puttino che riversa da una cornucopia una profusione di frutti.
Intorno ad esso, il ciclo pittorico realizzato dall’artista toscano è una celebrazione poetica del ritorno alla pace dopo le calamità della prima guerra mondiale.
Esso è composto da otto pennacchi con soggetti allegorici e da dodici lunotti con motivi di putti e vasi decorativi. Il lunotto centrale di ogni parete riporta una scritta: SAPERE / NELLA PACE / LAVORARE / COSTRUIRE.
Salendo lo splendido scalone, la parete di fronte al visitatore riporta il motto SAPERE. Nei pennacchi che “incorniciano” la lunetta sono raffigurati un uomo con una corona d’alloro che regge un cartiglio e declama, rappresentazione della Poesia, e un putto alato che si libra su un ramo di pesco tenendo un ramoscello d’ulivo e una statua della Vittoria, allegoria dello spirito umano che si innalza vittorioso grazie alla pace.
Contrapposta al SAPERE vi è la parete dove si trova l’affermazione riassuntiva e generale, NELLA PACE. Qui raffigurati, un uomo che tiene un cavallo e che le due ali sulla testa designano come Mercurio, dio dei commerci (che nella pace tornano a prosperare), e una figura di donna che spande fiori, una Primavera che, come Chini aveva già sostenuto allegoricamente nel ciclo di pannelli del 1914 per la Biennale di Venezia, “perennemente si rinnova” e costituisce la rinascita ideale dell’umanità.
Nel lato del COSTRUIRE - a sinistra del SAPERE - sono raffigurati un costruttore intento a innalzare le mura di un edificio e degli operai di cantiere intenti a realizzare una nave.
Nel lato con il motto LAVORARE, un contadino intento nella vendemmia e una donna che, con in braccio il suo bambino, è intenta a curare le greggi.
Le figure sui pennacchi sono dunque allegoria delle attività umane, lavoro, commercio, arte, che possono fiorire solo nella concordia generale.
Tema perfetto per l’edificio pubblico che, a fine conflitto, doveva riunire il governo della città.
Incisa su ogni lato della trabeazione sottostante lo splendido velario centrale, un’altra iscrizione: OPERA COMPIUTA NELL'ANNO 1918 - L'ANTICO FU IL NUOVO E IL NUOVO L'ANTICO esalta la modernità del palazzo declinata con gli stilemi del buon tempo antico.
Attualmente le splendide pitture murali sono parzialmente visibili in quanto soggette a lavori restauro realizzato grazie alla convenzione stipulata con “L’istituto per l’arte ed il restauro Palazzo Spinelli” di Firenze.
Tale progetto rientra nell’ambito delle attività volte a conservare, proteggere, e trasmettere alle generazioni future l’eccezionale valore universale della città in quanto componente del Sito Patrimonio Mondiale Great Spa Towns of Europe.
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Modalità di accesso
L'accesso al Palazzo Comunale è aperto a tutti.
La struttura è comodamente accessibile ed è raggiungibile in Viale Giuseppe Verdi, 46, a Montecatini Terme dove si trova l'ingresso ai visitatori.
Dal 1 aprile, con l'entrata in vigore del Decreto Legge n. 24 del 24.03.22, per l'accesso ai musei non è più richiesto il possesso della "Certificazione verde" (c. d. "Green Pass").
Attualmente non vige l'obbligo di utilizzo di mascherine.
La struttura è comodamente accessibile ed è raggiungibile in Viale Giuseppe Verdi, 46, a Montecatini Terme dove si trova l'ingresso ai visitatori.
Dal 1 aprile, con l'entrata in vigore del Decreto Legge n. 24 del 24.03.22, per l'accesso ai musei non è più richiesto il possesso della "Certificazione verde" (c. d. "Green Pass").
Attualmente non vige l'obbligo di utilizzo di mascherine.
Adatto a: Bambini/famiglie Sportivi Anziani Giovani/adulti
Accesso gratuito
Contatti
Orari per il pubblico
Dal Lunedì al Venerdì 08:00 - 12:00 14:00 - 16:00
Sabato e Domenica chiuso
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