I medici delle acque di Montecatini Terme
Medici delle Acque
Descrizione
La scoperta delle proprietà curative delle acque di Montecatini risale verosimilmente all’epoca romana. Lo confermerebbe il ritrovamento di alcune statuette avvenuto nella seconda metà del ‘700 durante i lavori di scavo del cratere delle Terme Leopoldine, con ogni probabilità ex voto gettati nella sorgente per ringraziare gli dei dell’avvenuta guarigione.
Tuttavia notizie certe sulle caratteristiche delle sorgenti risalgono al XV° secolo, quando il medico Ugolino Caccini (Montecatini Alto, 1345 – Firenze, 1425), noto anche come Ugolino da Montecatini, pubblica i risultati delle sue ricerche nel trattato De balneorum Italiae proprietatibus ac virtutibus (1417), una rassegna delle più importanti terme italiane dove elenca con precisione le qualità terapeutiche delle acque termali di Montecatini da lui stesso sperimentate indicando al contempo le migliori modalità di assunzione in rapporto alle diverse patologie.
Siamo di fronte al fondatore dell’idrologia italiana.
Siamo di fronte al primo testo completo di idrologia medica e di idroterapia termale.
In effetti, già nel XV° secolo “i bagni” erano dotati di impianti efficienti e visitati grazie al loro potenziale benefico.
Da questo primo trattato altri trassero spunto per ulteriori e dettagliate osservazioni come ad esempio, nel suo De Balneis Montis Catini Commentarius (1580), il medico Pompeo della Barba che curava il Papa Pio IV con l’acqua Tettuccio.
Sempre nella seconda metà del ‘500 esaltarono le proprietà terapeutiche di queste acque termali professori di medicina delle università di Pisa e Firenze come Gabriele Falloppio e Andrea Bacci, Francesco Redi e Giovanni Maria Lancisi medico di tre pontefici e consigliere del Re Sole.
Nei due secoli successivi si ebbero altre ricerche ad opera dei medici dei Bagni di Montecatini Michele Gaetano Livi, Giuseppe Petri, Placido Dei, Antonio Dani.
Ma è nel XVIII° secolo che questo importantissimo bacino idrominerale che è Montecatini viene adeguatamente valorizzato. L’illuminato Pietro Leopoldo, Granduca di Toscana, fa predisporre una efficiente canalizzazione delle acque sorgive e ordina la bonifica della zona paludosa per rendere salubre l’aria. Inoltre, avvalendosi delle competenze di un gruppo di famosi studiosi, come l’insigne medico naturalista Giovanni Targioni Tozzetti (Firenze, 1712-1783), il principe riformista dà vita alla vera e propria Città dei Bagni, commissionando la costruzione del Bagno Regio (1773), delle Terme Leopoldine (1775) e, infine, dando inizio alla costruzione dello Stabilimento Tettuccio (1779).
Sono gli anni in cui le acque dei Bagni sono oggetto di studio da parte di Alessandro Bicchierai (Lastra a Signa - FI, 1734 - 1797), importante medico fiorentino, autore del trattato Dei Bagni di Montecatini (1788) commissionatogli proprio dal Granduca. Il testo riporta gli studi sulle acque di queste sorgenti, le fonti storiche – Ugolino da Montecatini vi viene spesso citato - e i riscontri terapeutici ottenuti in una serie di pazienti e, insieme all’analisi delle acque, registra tutta una serie di patologie che possono trarre giovamento da queste sorgenti.
Fra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento lo studio delle acque di Montecatini viene impostato su basi scientifiche moderne.
Fondamentale l’apporto di due insigni personalità, Fedele Fedeli (Rosignano Marittimo, 23 agosto 1812 – Pisa, 5 marzo 1888), medico e Paolo Savi (Pisa 1798 - 1871), geologo.
Nel 1851 Fedeli aveva assunto la carica di direttore medico delle terme di Montecatini.
In collaborazione con Paolo Savi pubblicò Storia Naturale e Medica delle Acque Minerali dell’Alta val di Nievole e specialmente di Montecatini (1870), nel quale si studiavano in modo approfondito le origini e le proprietà delle varie acque e si riportavano numerosi esempi clinici trattati e osservati dallo stesso Fedeli.
I due studiosi, inoltre, che godevano di grande stima nel mondo scientifico dell’epoca, fecero un’opera tale di divulgazione che la fama dei Bagni di Montecatini e degli effetti curativi delle sue acque richiamò villeggianti da tutto il mondo.
Nel 1889 la città apre la strada, grazie al congresso medico Internazionale di Firenze, all'attività nel campo della medicina termale. Sempre nel medesimo anno, viene ampliato e migliorato il progetto urbano proposto e iniziato da Pietro Leopoldo.
Dal 1901 Pietro Grocco (1856 - 1916), clinico illustre e direttore delle Regie e Nuove Terme, avvia la produzione scientifica ad impronta clinica con ottimi lavori sperimentali condotti dai medici termali montecatinesi Paolo Casciani e Carlo Fedeli. Egli rielaborò e precisò le norme per il corretto uso delle acque e dei bagni, e provvide a sistemare le sorgenti secondo moderni criteri igienici e, su sua iniziativa, nel 1913, fu aperto l’Istituto di Cura e Ricerche Scientifiche che da luglio a settembre ogni anno accoglieva 240 selezionati pazienti proveniente da tutta Italia nonché, alcuni decenni dopo, 40 bambini provenienti dalle cliniche pediatriche universitarie di Genova diretta dal professor De Toni e di Pisa diretta dal professor Gentili.
A Pietro Grocco successe, dal 1916 al 1931, nella Direzione Sanitaria delle Terme il Prof. Giovan Battista Queirolo che illustrò in memorabili lezioni le proprietà e le indicazioni terapeutiche delle acque di Montecatini[1].
A lui subentrò il famoso clinico medico professor Cesare Frugoni il quale fondò, all’Istituto di cura, un ‘Centro studi e ricerche scientifiche sull’efficacia delle acque termali di Montecatini’ affidandone la direzione al professor Pietro Rondoni, patologo, che nel 1938 fu sostituito dal professor Mariano Messini cattedratico di idrologia medica all’Università di Roma che avrebbe poi diretto tale istituzione per i successivi trent’anni.
Nel 1946 sorse in città anche la Società idrologica ‘Ugolino da Montecatini’ consesso scientifico per la valutazione e la discussione sui risultati delle principali ricerche cliniche. Un importante contributo venne nel 1962-64 dalle lezioni che all’Istituto di cura svolse il Premio Nobel Daniel Bovet circa l’effetto delle acque termali di Montecatini sul colesterolo biliare e plasmatico.
Poi, dal 1949 al 1976, sono state le prestigiose ‘Giornate mediche di Montecatini’ l’occasione nella quale i migliori ricercatori italiani hanno condiviso i risultati delle loro ricerche cliniche sulle varie azioni delle acque di Montecatini.
Negli ultimi decenni del Novecento, con Ennio Gori consigliere delegato delle Terme - e direttori sanitari Dino Scalabrino prima, Arcangeli e Alberto Scalabrino poi -, particolari contributi sugli effetti e sull’efficacia terapeutica delle acque di Montecatini sono pervenuti dalla Scuola bolognese di clinica medica del professo Labò, da quella fiorentina di epatologia del professor Gentilini, da quella romana di gastroenterologia del professor Gasbarrini, e da quella del professor Capurso di Bari in tema di efficacia dell’acqua Regina nel contrasto della colesterolomia, dal reumatologo professor Bianchi di Genova e dall’idrologo di Roma professor Messina, nel loro insieme costituenti il Comitato Scientifico di consulenza delle Terme di Montecatini tra il 1960 e il 1990 a lungo presieduto dal professor Beretta-Anguissola già presidente del Consiglio Superiore di Sanità.
Tanta validità scientifica ed efficacia terapeutica rende ieri come oggi le acque termali di Montecatini un bene prezioso per la salute di tutti.
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[1] Il Professor Giovan Battista Queirolo motivava così la necessità di accedere alla bibita delle acque con prescrizione medica: “Norma particolarmente necessaria a Montecatini perché nessuna stazione termale né italiana né straniera ha una serie di acque di differente forza e, quindi, di diversa efficacia quale possiede la nostra stazione termale che ha acque forti (Tamerici, Torretta) acque medie (Regina) acque deboli (Tettuccio e Rinfresco), acque così differenti che non possono indifferentemente convenire alle diverse malattie che qui si curano con meravigliosa efficacia, quali le malattie dello stomaco e degli intestini, del fegato e del ricambio”.
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