Giovanni Targioni Tozzetti

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Medici delle Acque

Descrizione

Naturalista e medico, botanico e storico della scienza Giovanni Targioni Tozzetti, nato a Firenze l’11 settembre 1712, fu una delle figure di maggiore rilievo della cultura toscana del Settecento, scienziato conosciuto e affermato a livello europeo.
 
Dopo la laurea in medicina e filosofia conseguita a Pisa nel 1734, si ristabilì a Firenze esercitando la professione nell’ospedale di Santa Maria Nuova dove dal 1750 si occupò degli incurabili e dei malati mentali.
 
Nello stesso 1734, sempre nel capoluogo toscano, fu ammesso alla Società Botanica che guidò fino al 1746 e di cui diresse l’orto.
 
Nel 1739 fu nominato direttore della Biblioteca Magliabechiana di Firenze, svolgendovi una essenziale opera di riordino dei materiali editi e manoscritti.
 
Nel 1745 fu eletto accademico della Crusca quindi, nel 1749, dell’Accademia Etrusca di Cortona.
 
Nel 1753 fondò con Ubaldo Montelatici e altri l’Accademia dei Georgofili di Firenze impegnandosi insieme a naturalisti, funzionari e nobili nella riforma dell’agricoltura in pieno accordo con il governo lorenese che era succeduto alla dinastia dei Medici nel 1737.
 
Nel 1763 fu incaricato di riordinare le collezioni di storia naturale del granduca di Toscana, destinate a confluire nel 1775 nell’Istituto e Reale Museo di fisica. In quell’occasione redasse un ampio catalogo dei reperti reali, oggi conservato Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze che preserva anche la collezione naturalistica di Targioni Tozzetti, comprendente gli esemplari della collezione del botanico, suo maestro e amico, Pier Antonio Micheli (1679-1737) per acquistare i quali alla morte del Micheli, al fine di evitarne la dispersione, Targioni Tozzetti si espose finanziariamente.
 
Le sue vaste conoscenze furono riconosciute dal governo della reggenza lorenese che, grazie al Conte de Richecourt, gli affidò importanti incarichi per la conoscenza del territorio e dell’ambiente toscano fra il 1742 e il 1745.
 
Con l’arrivo di Pietro Leopoldo I Granduca di Toscana dal 1765 al 1790, il suo metodo e la sua visione della scienza, furono soppiantate da una nuova generazione di studiosi.
 
Progressivamente marginalizzato, Giovanni Targioni Tozzetti morì a Firenze il 7 gennaio 1783 e fu sepolto nella basilica di S. Croce.
 
La sua produzione è vastissima e tocca numerosi argomenti.
 
Tra le sue opere la più nota è le Relazioni d’alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana per osservare le produzioni naturali e gli antichi monumenti di essa che, editi tra 1751 e il 1754, videro una seconda edizione notevolmente ampliata (1768-1779), dedicata al Granduca Pietro Leopoldo e tradotta parzialmente in francese e tedesco.
 
Essa costituisce una fondamentale descrizione della Toscana dal punto di vista geografico, storico e scientifico, fornendo notizie che spaziano dalla botanica alla medicina, dalla zoologia alla mineralogia e all'architettura.
 
Nel terzo tomo Giovanni Targioni Tozzetti racconta di essere passato per i Bagni di Montecatini alfine di osservare le famose Acque Termali. Dopo considerazioni di carattere chimico e geologico, enumera i vari bagni, soffermandosi sulle proprietà delle loro sorgenti. Il Targioni aggiunge alle sue osservazioni il trattato completo del medico pesciatino Pompeo della Barba, redatto in latino nel 1655 e dedicato al pontefice Pio IV.
 
Questo tomo, il terzo dei sei di cui si componeva l’opera, era stato edito a Firenze presso la Stamperia Imperiale nel 1751.
 
Studiò a Pisa dove si laureò nel 1734.
 
Bibliotecario presso Magliabechiana, Direttore del Giardino Botanico dei Semplici di Firenze, Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, fu tra i fondatori dell’Accademia dei Georgofili.
 
Morì a Firenze il 7 gennaio 1783 e fu sepolto nella basilica di S. Croce.
 
Giovanni Targioni Tozzetti (1713-1783) fu un famoso scienziato fiorentino. Allievo di P. A Micheli alla sua morte si impegnò per conservare le collezioni naturalistiche che sono giunte intatte fino a oggi. Bibliotecario presso la biblioteca Magliabechiana, Direttore dell’Orto botanico di Firenze, medico presso l’Ospedale di S. M. Nuova, mise le sue conoscenze e le sue capacità al servizio della comunità per la quale svolse anche l’incarico di medico fiscale.
Le sue vaste conoscenze furono riconosciute dal governo della reggenza lorenese che, grazie al Conte de Richecourt, gli affidò importanti incarichi per la conoscenza del territorio e dell’ambiente toscano fra il 1742 e il 1745.
L’esperienze del Targioni Tozzetti fornirono il materiale per la stampa dei suoi Viaggi per la Toscana editi a Firenze fra il 1751 e il 1754 e ristampati poi fra il 1768 e il 1779. I suoi Viaggi Furono pubblicati anche in Francia e in Germania.
In pieno accordo con il governo lorenese contribuì alle politiche riformatrici della Reggenza fondando insieme a Ubaldo Montelatici e altri l’Accademia dei Georgofili.
 
Occupatosi di agricoltura è considerato uno dei fondatori della moderna fitopatologia per i suoi studi sopra la ruggine del grano contenuti nel suo volume Alimurgia.
 
Con l’arrivo di Pietro Leopoldo, nel 1765, il suo metodo e la sua visione della scienza, furono soppiantate da una nuova generazione di studiosi come Felice Fontana che prese il posto di Direttore del Museo di Storia naturale che lo stesso Targioni aveva contribuito a creare negli anni precedenti.
 
Progressivamente marginalizzato Giovanni Targioni Tozzetti morì nel 1783.
 
Nel corso della sua vita ampliò le collezioni naturalistiche di Pier Antonio Micheli con ulteriori campioni naturalistici che oggi rappresentano una importante parte delle collezioni del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze.
 
Da Benedetto Targioni, medico, e da Cecilia Tozzetti. Laureatosi a Pisa nel 1734 dopo aver seguito le lezioni del matematico Padre Guido Grandi e quelle di botanica di Michelangelo Tilli e di Angelo Attilio, il Targioni Tozzetti si ristabilì a Firenze, avviandosi ben presto alla professione medica presso Santa Maria Nuova.
 
Nel nuovo quadro politico toscano – nel 1737, vi fu la fine della dinastia medicea, e il passaggio della Toscana al governo di Francesco Stefano di Lorena, marito di Maria Teresa - le qualità del giovane scienziato non restarono nascoste e ben presto la Reggenza affidò al Targioni alcuni importanti incarichi.
 
Attraverso le relazioni dei suoi Viaggi per la Toscana appaiono le prime riflessioni del giovane Targioni Tozzetti sull’agricoltura del Granducato: dati alle stampe in una prima edizione fra il 1751 e il 1754 e in una seconda edizione notevolmente accresciuta fra il 1768 e il 1779 e tradotti in parte in francese e tedesco, Targioni Tozzetti descrisse perfettamente la penosa situazione dell’economia agricola toscana.
 
Relazioni d'alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana
 
Dell’opera che costituisce una fondamentale descrizione della Toscana dal punto di vista geografico, storico e scientifico, fornendo notizie che spaziano dalla botanica alla medicina, dalla zoologia alla mineralogia all'architettura.
 
Ed è attraverso le relazioni dei suoi Viaggi per la Toscana che appaiono le prime riflessioni del giovane Targioni Tozzetti sull’agricoltura del Granducato: dati alle stampe in una prima edizione fra il 1751 e il 1754 e in una seconda edizione notevolmente accresciuta fra il 1768 e il 1779 e tradotti in parte in francese e tedesco, Targioni Tozzetti7 descrisse perfettamente la penosa situazione dell’economia agricola toscana e delle sue contraddittoria realtà nonché le condizioni di vita delle campagne che avevano visto grazie all’attività dell’uomo consistenti “mutazioni “ o “alterazioni” e nelle quali ora si vedevano gli effetti «della trascuratezza umana»
 
Ma lo scopo “pubblico” dei Viaggi del Targioni sono da lui stesso esplicitati nella prefazione quando afferma che «il mio fine principale è stato di giovare ai miei Paesani, col mettere loro in vista molte utilità che potrebbero ricavare dal suolo natìo». Il riferimento non è solo all’agricoltura ma anche alle altre attività come, ad esempio, quelle estrattive delle quali Targioni fu acuto studioso riportando numerose osservazioni geologiche che furono propedeutiche ad una nuova stagione dell’esplorazione mineraria in Toscana.
Attraverso i Viaggi, Targioni descrisse precisamente la realtà toscana.
Escluse comunque alcune eccezioni, dove le campagne appaiono in buone condizioni, il quadro generale che esce dalla lettura dei Viaggi conferma il grave stato di abbandono e di trascuratezza in cui versava l’agricoltura toscana.
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