Angiolo Mazzoni – Ingegnere e architetto

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Architetti

Descrizione

Angiolo Mazzoni del Grande (1984-1945) è uno dei maggiori protagonisti dell’architettura italiana tra le due guerre.
 
Ingegnere e architetto del Ministero delle Comunicazioni, a lui si devono alcuni tra i più significativi edifici del Novecento, fra tra i quali le stazioni ferroviarie del Brennero (1925-26, e 1935-36 seconda fase), di Bolzano (1927-30), di Littoria (ora Latina, 1930-32), di Siena (1931-36 circa), di Reggio Emilia (1933-35), di Trento (1934-36), di Montecatini (1933-37), di Messina (1936-39) e di Reggio Calabria (1936-40 circa)i Palazzi delle Poste di Ferrara, Bergamo, Gorizia, Grosseto, La Spezia, Palermo, Trento; Agrigento, Pola; le Ricevitorie Postelegrafoniche di Latina, Sabaudia, Ostia Lido e la colonia marina di Calambrone per i figli di postelegrafonici e ferrovieri, quest’ultima presso Tirrenia, affidatigli dal senatore R. De Vita, che all’epoca era consigliere d’amministrazione delle Poste e Telegrafi e presidente del relativo istituto di previdenza.
 
All’inizio della sua carriera tra il 1920 e il 1921 lavora come disegnatore nello studio dell’architetto Marcello Piacentini che ne lascerà un entusiasta commento: “Ammirevole figura, quella di Angiolo Mazzoni! Pur dirigendo un ufficio e sopportando tutti i pesi della burocrazia, è riuscito ad imprimere, con fede e tenacia, a tutti gli innumerevoli lavori a lui affidati, il soffio vivificatore dell’arte e di uno spirito nuovo là dove da tempo l’architettura era limitata ai compiti modesti di pratiche di ufficio. Questo singolarissimo funzionario ha saputo conferire alla carica che egli copre nel Ministero delle Comunicazioni una importanza eccezionale ed un tono del tutto personale.”.
 
Nell'aprile del 1921 è assunto dalle Ferrovie dello Stato e nel 1924, anno dell’istituzione del ministero delle Comunicazioni, che comprendeva tra l’altro Poste e Telegrafi e l’amministrazione delle Ferrovie, fu trasferito a Roma presso la direzione generale. Tra il 1925 e il 1926, con la stazione del Brennero, inaugurata nel 1930, ebbe inizio la sua fitta attività di progettazione di edifici ferroviari e postali diffusi lungo tutto il territorio italiano, destinata a protrarsi fino al 1945. Sei di questi edifici postali (Varese, Massa, Grosseto, La Spezia, Agrigento e Trento) facevano parte di un elenco di edifici pubblici la cui costruzione era stata decisa da B. Mussolini anche per far fronte alla disoccupazione.
 
Per tre delle stazioni più note presenti sul territorio nazionale, Firenze S. Maria Novella (1927-33), Roma Termini (1925-44) e Venezia S. Lucia (1928-43), il suo incarico principale fu la cura del complesso della progettazione con contributi di varia natura, che condussero alla celebrazione di concorsi di architettura di rilevanza nazionale. 
Negli anni ’30 si avvicina al Futurismo e nel 1934 sottoscrive il Manifesto Futurista dell’Architettura Aerea, accanto a Filippo Tommaso Marinetti e Mino Somenzi.
 
Mazzoni adotta certamente soluzioni futuristiche, soprattutto la policromia e la «polimateria», come egli stesso usa definire la vasta gamma di materiali e di colori impiegati per le sue realizzazioni, ma sono altrettanto presenti la conoscenza e l’utilizzo degli elementi classici e delle tecniche costruttive antiche.
 
L’opera di Mazzoni sperimenta e sintetizza, influendo fortemente nell’elaborazione di un’immagine rinnovata dell’edilizia pubblica, dando una parvenza moderna, istituzionale e proiettata verso il futuro delle nuove tecnologie.
 
La sua ecletticità è testimoniata anche da un particolare modus operandi adottato nell'elaborazione e nella presentazione dei progetti. Di solito, infatti, egli propone una serie di soluzioni in stile diverso: quelle classiciste gradite dal regime, tradizionaliste richieste dalle amministrazioni, moderne secondo la sua sensibilità personale.
 
Inoltre le numerose occasioni progettuali gli consentirono di tentare sempre nuove strade espressive, fino a stabilizzarsi su quel linguaggio eterogeneo, spesso anche frutto di mediazione in situazioni di discordia tra i suoi interlocutori.
 
Quasi sempre Mazzoni progetta e disegna personalmente anche l’arredamento e molto altro, oppure commissiona opere d’arte ai migliori artisti del tempo.
 
Deluso dalle vicende interne d’Italia nell’immediato dopoguerra, nel 1947, accettò l’offerta di una cattedra per l’insegnamento di storia dell’architettura e di urbanistica all’Università nazionale colombiana a Bogotà.
 
In questo Paese, dal 15 marzo 1948 il M. ricoprì il ruolo di consulente per la costruzione della ferrovia Ibagué-Armenia e nel 1951 assunse la carica di dirigente dell’ufficio architettura dell’Impresa nazionale delle telecomunicazioni colombiane, conferitogli direttamente dal ministro delle Comunicazioni.
 
Nel 1963 fece ritorno in Italia a causa delle condizioni di salute della moglie. Si stabilì a Roma, dove condusse una vita ritirata, mantenendo rapporti epistolari con esponenti della cultura architettonica italiana e con personalità conosciute in Colombia e cercando di difendere e riqualificare la propria opera.
 
Morì a Roma il 28 sett. 1979, quando si era riacceso da parte della critica specializzata un certo interesse per il suo lavoro.
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